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Il 28 gennaio la FIDAPA sezione di Sassari ha organizzato una interessante conferenza online dal titolo “Tre donne, tre memorie”. Alla presenza della Presidente di Sezione Rosalba Crillissi, della Presidente Distrettuale Maria Tina Maresu, della Presidente Nazionale Cettina Olivieri, delle socie sassaresi e di altre sezioni, sono state introdotte tre scrittrici che con il proprio lavoro e i propri scritti hanno saputo dare corpo ad un articolato discorso inerente la recente Giornata della Memoria, dedicata alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto.

Sono intervenute DACIA MARAINI, ROSELLA POSTORINO e la giovanissima ELEONORA SPEZZANO. Tre autrici differenti per sensibilità, stile e approccio che hanno, ognuna in modo personale, raccontato dell’importanza del ricordo.

Dacia Maraini

Dacia Maraini ha dialogato con la consigliera comunale Virginia Orunesu, che ha avuto modo anche di ricordare il proprio impegno per la nascita di un Giardino dei Giusti tra le Nazioni a Sassari, dedicato a tutte le donne e gli uomini sardi che hanno salvato vite umane rifiutando di piegarsi al totalitarismo. Ripercorrendo il libro LA NAVE PER KOBE, la Maraini ci ha condotti in un viaggio partito dall’infanzia fino all’internamento in un campo di prigionia giapponese nel 1943 quando suo padre Fosco si rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò. Il rapporto con la famiglia, con le radici, con la memoria, con la religione, sono stati i punti cardine che la grande scrittrice ha delineato in un dialogo sempre franco e ricco di umanità:

«La memoria è ciò che ci permette di avere un rapporto di avere un dialettico con il presente. Solo in questo modo possiamo progettare il futuro. Ecco perché è importante ricordare e indagare il nostro passato. La memoria è tutto!»

Rosella Postorino

La Presidente di Sezione Rosalba Crillissi ha invece avuto modo di dare voce a Rosella Postorino, vincitrice della 56° edizione del Premio Campiello con LE ASSAGGIATRICI. L’autrice ha saputo coinvolgere il pubblico presente con il racconto della genesi del suo libro. L’opera è ispirata infatti alla controversa figura di Margot Wölk, una delle donne che avevano il compito di assaggiare i pasti di Hitler affinché ci si accertasse che non fossero avvelenati. Con una dialettica appassionata e coinvolgente la Postorino ha messo in luce le contraddizioni e le ombre delle “persone comuni” davanti a eventi traumatici come il totalitarismo e la guerra. La scrittrice ha saputo far riflettere sull’importanza di non catalogare i campi di sterminio come opera di “mostri” o “folli” poiché in questo modo si compie l’errore di credere che accadimenti di questo tipo siano lontani e irripetibili. Bisogna invece ricordare che questi orrori possono accadere ancora.

Eleonora-spezzano

Eleonora Spezzano

La giornalista Francesca Arca ha invece introdotto la giovanissima Eleonora Spezzano che ha esordito nella scrittura a soli 14 anni con il romanzo HANS MAYER E LA BAMBINA EBREA. Nonostante la presenza di due importanti e affermate autrici come la Maraini e la Postorino, Eleonora Spezzano è risultata spigliata e determinata nell’esporre il proprio punto di vista, ricordando come sia fondamentale per le nuove generazioni – il cui compito è quello di costruire il futuro – non perdere di vista ciò che è stato fatto nel passato.

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