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Gesuino Cauli racconta sulle nostre pagine l’arte del maestro Spada:

Costantino Spada esprime il suo talento artistico come pittore da strada, ma ben presto, sempre in età giovanissima comincia a farsi conoscere e apprezzare fuori dai confini della Sardegna. Nel 1937 le prime esperienze pittoriche, uno stile fuso tra realismo e impressionismo; i suoi dipinti colpiscono per la naturale policromia che l’artista riesce a infondere nelle sue opere, i colori sempre vivi e luminosi si fondono tra essi rimanendo sempre puliti nonostante la rapidità del tratto. Col passare del tempo il realismo viene espresso dall’artista in maniera esaltante nelle opere di arte sacra. L’influenza dei grandi maestri Sardi del novecento, Figari, Dessy e Biasi, è forte. Nel 1948-49 Spada si affaccia verso il Neo-Cubista pensando a una svolta di rinnovamento artistico, ma l’esperimento durò pochissimo. spada2aGià nel 1950 l’artista pian piano abbandona la strada intrapresa e ritorna al realismo. E’ il momento più operoso di Spada, i suoi lavori esprimono la forza interiore dell’artista, la pennellata decisa e fluida, dai colori densi prevalentemente terrosi, caratterizzano il suo inconfondibile stile. Di Spada ricordiamo varie opere, ma nel 1940 arriveranno le più importanti commesse artistiche che ne caratterizzeranno il momento definito come “ciclo decorativo dell’arte sacra”. La chiesa di San Donato fu la prima ad essere decorata. L’artista affresca la sacrestia con scene della vita di Cristo. Agli inizi degli anni ’50 fu la volta di San Sisto, nella quale il pittore sassarese realizza gli affreschi dell’abside e quelli dell’arcata trionfale in cui viene raffigurata l’ultima cena. Curiosità vuole che i personaggi raffigurati nell’ultima cena, non sono altro che i muratori impegnati nel restauro stesso della chiesa. Spiccano inoltre le figure dell’arcivescovo Arcangelo Mazzotti e il parroco della chiesa don Filippo Muresu, con i suoi giovanissimi chierichetti. Io ero tra questi. Nel 1953 l’artista inizia la sua opera più grande decorando la basilica del Sacro Cuore e raffigurando con tempera la natività. In seguito rappresenterà le scene della crocefissione di Cristo. Tra il 1961 e il 1969 infine si occupò delle restanti decorazioni del soffitto e delle pareti. In questa occasione per i volti di alcuni personaggi dell’affresco userà come modelli, componenti della propria famiglia e anche se stesso.

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