di Daniele Dettori

Sedici anni, una voce che ricorda Laura Pausini e due occhi color nocciola, sicuri e decisi. Erika Piras è un concentrato di meraviglie dalla giovanissima età. E dalle origini sassaresi, naturalmente. Se non avete ancora avuto il piacere di ascoltare i suoi lavori potete correre ai ripari seduta stante, semplicemente accedendo alla piattaforma di YouTube e cercando fra i suoi diversi video, miscellanee, cover e interviste. Vi segnaliamo, in particolare, “Tu che hai” e “Aria”, due bellissimi pezzi che rappresentano il suo debutto sulla scena. Il secondo soprattutto, a una sola settimana dall’uscita, si è classificato al 75° posto tra i brani più programmati e al 28° tra quelli degli artisti emergenti. Erika studia il violino dall’età di cinque anni ma non disdegna altri strumenti come il pianoforte e la chitarra.

C’era, da bambina, un artista che amavi? Cosa ti attirava in lui o in lei?

Sì, c’erano più figure che ammiravo da piccolina. Sono cresciuta con la musica anni ‘80-’90 e nella mia cassetta non mancavano mai Michael Jackson, Laura Pausini, Max Pezzali e Tiziano Ferro. Ricordo che ero particolarmente innamorata di Michael Jackson. Mi attirava moltissimo la sua stravaganza e la sua musica molto diversa da quella che ascoltavo normalmente. È stato il mio idolo fino alle scuole medie.

Quando hai capito che la musica era ciò di cui, principalmente, ti saresti voluta occupare nella vita?

Capii di voler intraprendere la strada musicale già dall’età di 5 anni, nel lontano 2006. Mi ha sempre appassionata e mi ha sempre donato grandi emozioni. Sicuramente rifarei tutto ciò che ho fatto in passato. La musica mi ha sempre accompagnata nella mia vita.

Parliamo un po’ dei vari concorsi ai quali hai partecipato.

Ho partecipato a molti concorsi canori. Il primo è stato “One Camera Show”, presentandomi con una delle mie canzoni preferite di Fiorella Mannoia, “Il cielo d’Irlanda” (ovviamente, sempre accompagnandomi con il mio fedele violino). Vinsi il premio speciale che mi permise di realizzare il mio primo videoclip. Il secondo concorso è stato “Castrocaro”, da cui uscii semifinalista. Più avanti decisi di tentare con “Festival Show”, classificandomi molto bene. Questa estate ho partecipato al “Vocal War” classificandomi finalista e, infine, “Area Sanremo” arrivando in finale nazionale e sfiorando la partecipazione al Festival di Sanremo di quest’anno.

L’idea di Sanremo come è nata?

L’idea è nata per puro caso. Non avevo la minima idea di arrivare a questi livelli e ne sono davvero felice! Tentar non nuoce. Ho sempre sognato il grande palco dell’Ariston e “Area Sanremo” è stato il concorso che mi ha avvicinata di più a ciò che avevo in mente.

Violino, pianoforte, chitarra. Quali le differenze e quali i punti in comune di questi tuoi strumenti?

Bella domanda! Il violino è uno strumento molto complesso e che necessita sempre di allenamento ed esercizio, come del resto il pianoforte e anche la chitarra. Questi tre strumenti sono molto diversi tra loro e ciò che li accomuna è forse il modo di trasmettere emozioni, stati d’animo ecc. Sono un tramite tra ciò che abbiamo dentro e il pubblico.
In una precedente intervista hai detto di vedere con piacere la possibilità di duettare con altri artisti.

Cosa ti piacerebbe proporre per una simile evenienza e con chi?

L’idea del duetto mi ha sempre stuzzicata. L’ideale sarebbe duettare con personaggi molto vicino al mio modo di fare musica e quindi, ad esempio, gli artisti con cui sono cresciuta: da Laura Pausini a Fiorella Mannoia a Tiziano Ferro.

Spesso chiediamo agli artisti un parere su Sassari. Come descriveresti la nostra città con gli occhi della tua giovane età?

Mio padre potrebbe rispondere a questa domanda. Purtroppo io sono stata in Sardegna quando ero davvero piccolissima, ma mi piacerebbe molto tornarci prestissimo, per godere dei paesaggi, dell’accoglienza e del buonissimo cibo. E, naturalmente, per riavvicinarmi alle mie radici, a cui sono molto legata. La Sardegna ha sempre influenzato la mia vita, considerando le mie origini. Le prime filastrocche che mi cantava mio nonno erano sarde e ricordo le tradizioni che lui aveva mantenuto sia nei modi di fare, nel cibo e nel mondo dei giochi tradizionali.

Se la tua arte non fosse stata la musica, quale sarebbe stata?

Non riesco ad immaginare la mia vita diversamente! La musica, prima o dopo, sarebbe spuntata fuori travolgendomi. Perciò, la musica ci sarebbe stata comunque.

Quali sono i prossimi lavori in programma?

In programma ho alcune esibizioni live a Sanremo e in Toscana. Ma per il futuro mi piacerebbe molto realizzare un album in collaborazione con la persona che ha scritto “Aria”, l’autore e produttore Igor Nogarotto. E, ovviamente, sarebbe fantastico poter fare un tour tra Sassari e tutte le città della Sardegna! Sicuramente tenterò ancora la scalata verso il grande palco dell’Ariston con Area Sanremo. Mai darsi per vinti!

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