“Perché io ho l’universo qui in gola, creai tutto qui con la sola parola”. Questo è un verso da “La ballata dell’astore” di Davide Casu che racchiude, in modo emblematico ed efficace, la bellezza che l’arte poetica del comunicare di un cantautore è in grado di esprimere. Davide Casu, musicista, autore, pittore e scrittore, declina il suo universo con la grazia e la forza di un animo che “sa sentire” e di una mente che porta avanti un preciso pensiero. «E’ un concetto abbastanza pesante che però in parte racchiude quella che è la mia ricerca cantautorale che nasce da parecchi stimoli, alcuni dei quali sono certamente quelli filosofici – racconta l’artista – la filosofia è stata un grande bacino di approvvigionamento per la vena poetica che sono andato via via ricercando nel corso degli anni. E’ un verso che racchiude molto della storia del pensiero occidentale.» Un album di recente uscita – “Il Poeta” – che ha avuto un ottimo successo di pubblico e critica, due libri, “Cabudiana” e “Baddes”, e un terzo di prossima pubblicazione, sono solo il segno tangibile di un lavoro profondo di ricerca, che continua inesorabile e che mette in luce il racconto costante dell’uomo e del territorio che lo ospita. «Tutto ciò che viene scritto in una canzone o in una poesia deve avere una sua importanza. Ciò che fa da sfondo, racconta una parte fondamentale della mia vita che è stata quella di un‘adolescenza trascorsa nei campi e che poi ha maturato dei frutti: sono sostanzialmente quelli di un amore per il paesaggio. Oserei dire quasi una sorta di esegesi, un’interpretazione personale che dal soggettivo vuole passare all’oggettivo, nel tentativo di capire cosa il paesaggio possa voler dire per noi uomini contemporanei. Il paesaggio è forse l’unico baluardo di unità che riusciamo a riconoscere tra noi esseri umani.» Il tema della terra torna spesso nel lavoro artistico di Davide Casu tanto da esserne quasi elemento basale. «Viviamo un’epoca che si è completamente astratta dall’elemento materiale e questa è un’astrazione molto pericolosa. La radice del termine “materia” è “mater”, cioè “madre”, un elemento quindi che nel momento in cui ci astraiamo, ci riconosce orfani di qualcosa. Uno dei miei obiettivi dal punto di vista artistico è quello di far riflettere su elementi importanti, facendo “politica” senza mai fare politica, perché poi sono le persone che alla fine fanno le loro valutazioni.» L’arte intesa come spinta verso un moto di pensiero, come un pungolo che costringa il pubblico a riflettere, è una costante dell’espressione di Davide Casu che si ritrova in ogni suo lavoro. «Gli spunti che l’arte è in grado di fornire dovrebbero sempre essere squisitamente filosofici. Auspico per questa umanità, che vive una profonda crisi, quel famoso diktat del “conosci te stesso”. L’artista deve avere il compito di individuare quegli elementi che possono essere poi i capisaldi di un pensiero critico.» E sono davvero tanti gli spunti che troviamo nell’ascolto de “Il Poeta”, album lieve ma densissimo, che traccia un solco con ogni verso e che trascina in una dimensione in cui la voce di Davide Casu diventa appiglio a cui aggrapparsi. «Io scrivo sempre con l’idea che una canzone debba arrivare solamente strumento e voce. La musica può avere una dimensione orchestrale ma in una canzone, dal mio punto di vista, il testo deve già avere una sua musicalità. Io vengo da una vecchia scuola che è prettamente poetica. Nel momento in cui un testo riesce ad avere una sua musicalità, il resto arriva quasi da solo perché accompagna dei versi che si reggono già di per sé.» Personalità complessa e affascinante, Davide Casu disegna il proprio sentiero attraverso diverse forme artistiche che hanno il denominatore comune della ricerca autentica. «L’arte è una forma di pensiero profondamente emotiva, un ossimoro in cui non si può mettere a freno niente. Bisogna lasciarsi trascinare da tutto e guardare l’alone che lascia la mareggiata. Questo è ciò che offro sperando che sia ricompensato. Sono fuori dal concetto molto americano del “winner” e del “loser”. Non c’è vincente o perdente. Non devo “riuscire nella vita”, sono già riuscito perché esisto e faccio ciò che amo. Non voglio arrivare, preferisco che arrivi quello che ho da dire. A mio modo di vedere un artista dovrebbe cercare di fare ciò che ha sempre fatto cioè spaccare il mercato, spaccare tutto ciò che è aspettativa minima o mero prodotto. L’artista deve essere rivoluzionario nel senso migliore del termine: prendere la società, aprirla in due e metterla davanti a se stessa. Se non lo fa ma addirittura ne diventa il baluardo forse non è nemmeno un artista.» L’apparente semplicità con cui la musica di Davide Casu riesce a colpire il centro del pensiero dell’ascoltatore, non lascia spazio al dubbio sulla qualità di un artista appassionato che accompagna l’ascoltatore con passo armonioso e con ruvida eleganza. «Potrei scegliere di presentare qualcosa di assolutamente autentico ma che difficilmente arrivi alla gente, oppure posso mostrare qualcosa di altrettanto autentico ma che riesca ad arrivare con immediatezza. La semplicità non è assolutamente qualcosa di banale, risponde semplicemente a dei canoni naturali sotto cui si presentano e si manifestano le cose del mondo e che nascondono comunque una complessità. L’importante è che io esprima sempre qualcosa di costruttivo nei confronti degli altri. La banalità non sta nella semplicità ma nel non riuscire ad arricchire chi ascolta.» Davide Casu è un poeta, un artista, un uomo che si racconta e offre al mondo la possibilità di riflettere e confrontarsi con il proprio e l’altrui pensiero, in uno scambio vitale e salvifico che rappresenta la vera e forse l’unica risposta al mondo che ci circonda.

di Francesca Arca                          ph. Sara Deidda
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