Luigi Crobu, nato a Sassari il 16.07.1984, ritrattista e disegnatore-illustratore, autodidatta. Sin da piccolo nutre una grande passione per il disegno ed i colori, ma è da un anno e mezzo che ne ha fatto la sua professione. In verità le strade sua e del disegno si incrociano in tempi remoti, più di trent’anni addietro, quando ancora in fasce comincia a scarabocchiare con i pennelli e le matite su qualunque cosa gli capiti a tiro, finché al compimento dei tre anni d’età…
Fin da piccolo i tuoi genitori notano in te una predisposizione per il disegno: mi racconti com’è nato il tutto?
La passione per il disegno mi accompagna fin da bambino quando, ancora in fasce, comincio a scarabocchiare con i pennelli e le matite su qualunque cosa mi capiti a tiro, finché al compimento dei tre anni d’età i miei genitori decidono di iscrivermi all’asilo: è qui che la mia maestra (tra l’altro pittrice) nota subito in me una potenziale vena artistica. La voglia di disegnare prosegue di pari passo con il mio percorso scolastico, tant’è vero che durante le lezioni alla scuola elementare spesso e volentieri vengo beccato dalle maestre a disegnare sul quaderno anziché seguire i loro discorsi, proseguendo imperterrito a tratteggiare i soggetti più disparati, dai dinosauri, ai personaggi Disney di Topolino e altro… con il loro rassegnato tacito benestare.
Dopo, per diversi motivi, accantoni il tuo talento per dedicarti agli studi e altri interessi, ma nel frattempo il fuoco per l’arte continua a bruciare dentro di te e riprendi pian piano, sotto commissione, a fare dei ritratti.
Nonostante questa mia predisposizione, vuoi per il proseguimento degli studi, vuoi per il contemporaneo fiorire di altri interessi, e per i mille casi della vita che non sto qui ad elencare, questa passione viene accantonata ma non dimenticata, in attesa di una mia profonda consapevolezza e maturità professionale. Così, dopo avere conseguito il diploma di maturità classica, e dedicandomi nel tempo libero ai temi più differenti, comincia a farsi strada l’esecuzione dei primi ritratti, sentendo una forte attrazione per i volti e la rappresentazione realistica della figura umana. Imbocco la via universitaria, conseguo la laurea in Scienze della Comunicazione e passano diversi anni nei quali svolgo diversi lavori per tirare avanti, ma sento che qualcosa dentro di me preme per uscire allo scoperto, quella vecchia vena artistica da cui avevo preso le distanze, ma che non mi aveva mai abbandonato e chiedeva solo di essere riscoperta. Di lì il passo fu breve: dopo l’ennesima delusione lavorativa, e trovandomi in una sorta di stasi, decido che è giunto il momento di riprendere le mie care matite in mano.
Il tuo modo di disegnare è definito “Iperrealismo”, so che hai sempre avuto una cura maniacale per i particolari. Cosa ti affascina nella ricerca dei particolari e della perfezione?
I volti, gli sguardi, gli occhi, le contrastanti tonalità della pelle mi hanno da sempre affascinato: il ritratto è senza dubbio la mia passione più grande, e con il cosiddetto Iperrealismo riesco a soddisfare appieno quella mia voglia irrefrenabile di caratterizzare i visi umani nel modo più fedele possibile alla realtà, senza per questo non dare quel tocco di originalità alla mia opera, senza il quale il disegno sarebbe un mero e piatto esercizio stilistico.
Non hai paura che questa ricerca quasi ossessiva nella perfezione snaturi un po’ la naturalezza e le emozioni che devono suscitare un dipinto o un disegno?
Le figure sul foglio devono darmi l’impressione di essere vive, comunicarmi uno stato d’animo, suscitarmi una reazione, essere insomma il più realistiche possibile, grazie agli innumerevoli effetti di chiaroscuro e di colore che solo questi bastoncini di grafite e polvere colorata sanno dare, se si conosce il loro più alto utilizzo. Pretendo che i miei lavori siano il top dell’espressività, figure dinamiche che quasi parlano a chi vi si pone davanti a osservarle, pressoché obbligandolo ad emozionarsi.
Com’è il tuo rapporto con i social network in genere e con la cultura ormai diffusa di farsi pubblicità online?
Dopo i primi esperimenti, constatati i giudizi positivi e sostenuto da una buona dose di coraggio e voglia di emergere in questo campo, mi metto in gioco anche online sul web, io che fino a poco tempo fa non conoscevo neppure il funzionamento di un social network, per entrare in contatto con appassionati del settore e crearmi un canale per interagire con una presunta clientela. I risultati incoraggianti mi spingono ad insistere e accanto alla pubblicazione online espongo i miei disegni dal vivo nei locali della mia città disposti ad accoglierli. Devo ammettere che la rete mi ha aiutato non poco per il consolidamento e il prosieguo della mia attività, ben conscio che la realtà virtuale sia solo un’integrazione e non una sostituzione dei rapporti interpersonali.
So che ora ti si sono aperte diverse strade e i tuoi lavori sono molto apprezzati. Penso alla collaborazione con la Nuova Sardegna per la distribuzione delle tue tavole, alla partecipazione al programma “AMANUTENTA” su TCS e alla recente partecipazione all’ Expo internazionale di Arti Visive a Vigonza con la presenza del critico d’arte Josè Van Roy Dalì e dell’attore e regista Ricky Tognazzi. Come stai vivendo questo momento?
La collaborazione con La Nuova Sardegna giunge inaspettata e quanto mai stimolante: non ci penso su due volte e mi getto a capofitto in quest’avventura professionale: la realizzazione di sei stampe per la collana “Le maschere del carnevale sardo”, uscite in edicola per un mese e mezzo, un tema molto sentito in diverse zone della Sardegna ed un esperimento tanto nuovo quanto affascinante per me. Ai primi di giugno vengo contattato dal noto presentatore Giuliano Marongiu (che tra l’altro ha presentato la collana delle maschere del carnevale sardo a Mamoiada) per partecipare come ospite all’ultima puntata del suo programma A manu tenta su TCS; non ti nascondo il piacere di poter vedere dal vivo una trasmissione televisiva, e lo stupore unito alla soddisfazione di essere chiamato addirittura sul palco per parlare dei miei disegni! Un’esperienza unica, avvincente, che spero prima o poi di rifare. Verso fine giugno, infine, partecipo all’Expò Internazionale di Arti Visive a Vigonza, nei pressi di Padova, evento organizzato dalla professionalità di Queenartstudio con la competenza del critico Josè Van Roy Dalì e la presenza del noto attore Ricky Tognazzi: un’altra bellissima esperienza, alla quale faranno sicuramente seguito, nei prossimi mesi, nuove mostre. Devo dire che i tanti attestati di stima che ho ricevuto e continuano ad arrivare mi fanno un enorme piacere ma resto altresì con i piedi ben piantati per terra, pensando solo a fare nel migliore dei modi la cosa che più mi riesce: disegnare.
Cosa ci puoi dire dei tuoi progetti futuri?
Al momento ti posso dire che, nei prossimi mesi, intendo partecipare ad alcune esposizioni internazionali e mostre, tenendomi pronto per eventuali collaborazioni senza chiaramente tralasciare i ritratti, ben sapendo che nel mio lavoro non c’è nulla di scontato, ma forse è proprio per questo che non smette di essere stimolante e da sprone per fare sempre meglio!
Chi è in realtà Luigi Crobu?
Luigi Crobu è un semplice disegnatore e ritrattista che, con una buona dose di pazienza, umiltà, testardaggine, incoscienza e sana follia, tutte qualità che per fortuna non mi mancano, cerca di assecondare la sua passione capace di dare anche quelle piccole, grandi soddisfazioni fondamentali per intraprendere e proseguire questo mestiere.
di Benito Olmeo
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