La sensibilità artistica è quella cosa impalpabile che porta un uomo ad indagare il proprio animo in un continuo interrogarsi, e ad esprimere questa intima ricerca attraverso codici personali che legano in modo indelebile l’artista e colui che osserva.

Stefano Galeano è un artista complesso, dalla mente acuta e dal pensiero libero, che fonde in sé modalità di espressione differenti volte alla descrizione di un mondo in cui tutto è in divenire continuo, sospeso tra la speranza e la disillusione, in un gioco di specchi in cui l’immagine umana si affievolisce, per lasciare spazio ad una armonia più completa in cui immergersi e lasciarsi andare. Musicista, pittore e studioso delle culture di popoli lontani nella storia, Stefano Galeano segna, col suo lavoro artistico, un solco continuo e percorribile tra l’antico e il futuribile, riuscendo nel contempo a mantenere l’osservatore ancorato al proprio presente, regalando domande e proponendo ipotesi di risposta, in un dispiegarsi del pensiero sempre intellettualmente stimolante. Guida museale presso il Castrum Romano La Crucca e profondo conoscitore della cultura degli antichi popoli celtici, riesce a diffondere questo ancestrale patrimonio di informazioni attraverso le rievocazioni storiche.

«Noi del gruppo di rievocazione non facciamo archeologia – precisa Galeano – mi piace definirci “sperimentatori storici” perché proviamo a fare esperienza concreta sperimentando ciò che gli archeologi teorizzano. Ricerchiamo storicamente dal punto di vista pratico. Se ad esempio si ipotizza che qualcosa fosse costruito con un determinato materiale noi proviamo a realizzarlo per constatarne la fattibilità.» La precisione del dettaglio storico diventa così un modo divertente di approcciarsi a culture ancestrali – che erroneamente siamo abituati a definire “barbari” – sia per coloro che partecipano attivamente, sia per quelli che invece assistono alle rievocazioni. In special modo i bambini possono essere educati all’amore per la storia attraverso un sistema che unisce la conoscenza, il gioco e la bellezza di far parte di un gruppo. Stefano Galeano è artista di passioni attente, in grado di comunicare l’idea chiara che ogni suo moto dell’animo sia perseguito in modo preciso, con dedizione e costanza, quasi a rivelare, momento per momento, il passaggio del cambiamento, in un costante innalzarsi del livello del pensiero.

Sin da bambino inizia a suonare e a dipingere in modo del tutto naturale senza mai abbandonare queste forme artistiche di espressione che ancora adesso continuano a caratterizzarlo. «Sono cose che ho sempre sentito dentro. Avevo forse 10 anni quando mio cugino mi prestava la sua chitarra e io provavo a suonare “Smoke on the water” dei Deep Purple – racconta Galeano – stessa cose per la pittura. Il ricordo più vecchio che ho è di quando disegnavo le persone con il busto a triangolo, prive di spalle, avevo forse 6 o sette anni.» Una carriera di successo anche all’estero con la sua band, gli Icy Steel, e un continuo misurare il proprio segno con la pittura, accompagnano il viaggio di questo giovane artista trentaquattrenne così intenso ed evocativo. In ogni sua forma espressiva Galeano riesce a creare un’atmosfera dolceamara fatta di riflessione e consapevolezza, di sottile disillusione e di speranza mai sopita. Il sorriso aperto si schiude compiutamente e senza remore quando è accanto alla sua compagna e ai suoi bimbi.

Queste solo apparenti contraddizioni si manifestano anche nei suoi quadri. «Definisco la mia pittura “surrealismo astronomico” – continua Galeano – perché amo raffigurare il cosmo, a volte con degli inserti ufologici. Mi piace rappresentare la mia visione di natura. La natura è sempre bella ed è splendida anche nel cosmo. In seguito anche ad un mio percorso di vita, che mi ha portato a maturare delle scelte alimentari in armonia con ciò che mi circonda, ho iniziato a rappresentare la malinconia che provo e una sorta di rifiuto che sto avendo nei confronti del genere umano. L’uomo inizia ad annoiarmi per un motivo preciso: non fa nulla per “il tutto”. Non si preoccupa del bene generale. Ecco perché sempre più spesso raffiguro il cosmo eliminando la figura umana ma lasciando spazio alla massima esplosione della natura, i pianeti, le stelle. A volte rappresento qualche figura aliena come uno sguardo esterno che osserva la terra in un momento in cui l’uomo non c’è già più. Da quando porto avanti una scelta di vita vegana mi capita di lasciare spazio anche alle figure animali e ai bambini.» Il disincanto nei confronti di un essere umano sempre più indifferente, in un mondo in cui l’uomo si pone da corpo estraneo, lontano dall’armonia incarnata dagli elementi naturali, si affianca alla sensibilità per gli esseri viventi che invece si integrano con naturalezza al “tutto”. Animali e bambini nella loro purezza e nel loro istintivo conformarsi alle regole di una natura – mai matrigna ma madre – sono la forma di vita che si affaccia al cospetto delle stelle e degli astri. Figure di speranza da guardare con rispetto. E’ un messaggio forte e nel contempo profondo e delicato quello che si riceve davanti alle opere di Stefano Galeano, artista in ogni gesto, perché solo coloro che vivono realmente la propria arte, sanno muovere il pensiero dell’osservatore costringendolo a porsi degli interrogativi.

di Francesca Arca
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